Polizia di Stato esegue misure cautelari personali

385

Nella settimana appena trascorsa, Agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Foggia, III sez. “Reati contro la Persona”, a seguito dell’attività d’indagine espletata, coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a quattro ordinanze applicative delle misure cautelari personali emesse dal GIP presso il Tribunale di Foggia, aventi ad oggetto l’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento nei confronti di 6 persone, gravemente indiziate a vario titolo di atti persecutori, maltrattamenti e lesioni personali.

Più nel dettaglio, è stata eseguita una prima ordinanza applicativa dell’allontanamento dalla casa familiare e contestuale divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di G.G., foggiano classe ’72, ritenuto gravemente indiziato dei delitti di lesioni personali aggravate e maltrattamenti in famiglia. L’attività d’indagine, in applicazione della normativa del c.d. “codice rosso”, trae origine dalla denuncia sporta dalla parte offesa, moglie dell’indagato, la quale ha permesso di ricostruire numerosi episodi di violenza, tutti posti in essere nel 2019 dall’indagato, alcuni dei quali anche alla presenza dei figli minori. Tra questi episodi, in un caso il G., alla presenza della figlia minore, puntava alla gola della propria ex moglie un coltello da cucina.

Ulteriore ordinanza applicativa della misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla parte offesa, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, è stata eseguita nei confronti di M.M., foggiano classe ’56, ritenuto responsabile del reato di atti persecutori nei confronti di un vicino di casa. La condotta del M.M. se inizialmente si sostanziava in insulti reiterati nel tempo ogni qual volta incontrava il V.G., in data 11 settembre scorso, a seguito dell’invito da parte della parte offesa a smettere di ingiuriarlo senza motivo, il M.M., brandendo un bastone, si scagliava all’indirizzo del V.G. e del figlio di quest’ultimo picchiandoli violentemente.

Ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento è stata altresì eseguita nei confronti di due coniugi, C.T., uomo classe ’71, e B. A. T., donna classe ’74, in quanto gravemente indiziati di atti persecutori ai danni di alcuni parenti vicini di casa. L’attività d’indagine permetteva di acclarare come i reiterati insulti dei due indagati e una serie di dispetti ai danni delle parti offese quali il danneggiamento di fioriere e i giochi dei bambini, nonché una serie di episodi di violenza fisica, traessero motivo nell’incapacità degli indagati di condividere gli spazi comuni con i propri parenti.

Infine, ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due cittadini macedoni, fratello e sorella rispettivamente classe 88 e 92, in quanto ritenuti gravemente indiziati dei reati di maltrattamenti e lesioni personali posti in essere ai danni del figlio dell’uomo. L’attività investigativa della Squadra Mobile permetteva di ricostruire come i due cittadini macedoni, rispettivamente padre e zia del minore maltrattato, avessero sottoposto quest’ultimo ad un regime di vita intollerabile, sia sotto il profilo materiale che morale, con atti di grave trascuratezza e di sopraffazione, tali da alimentare nel minore un continuo stato di pressione e prostrazione psicologica. Il minore veniva altresì trascurato nelle necessità quotidiane, senza che alcuno provvedesse alla cura e alla pulizia personale, omettendo intenzionalmente di provvedere alle cure della salute del minore, affetto da epilessia, senza che venissero forniti i farmaci necessari. A tali già gravi condotte si aggiungevano episodi di violenza fisica, a volte anche con una cintura, con cui il padre del piccolo colpiva quest’ultimo ripetutamente. Gli episodi di violenza fisica raggiungevano nel gennaio 2019 il loro culmine, allorquando il cittadino macedone aggrediva il minore con un paletto metallico causando la frattura scomposta dell’avambraccio destro e la frattura della rotula della gamba sinistra.