Reddito di cittadinanza con proprietà immobiliari, grosse vincite al gioco e redditi da lavoro non dichiarati. Denunciati in quattordici

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, nell’ambito di attività finalizzate al controllo della spesa pubblica nazionale, hanno scoperto e denunciato alla Procura della Repubblica del capoluogo dauno n. 15 persone il cui nucleo famigliare percepiva il Reddito di Cittadinanza pur non avendone i requisiti perché proprietari di immobili, percettori di redditi non dichiarati nonché di disponibilità liquide derivanti da laute vincite al gioco.

La concessione del sostegno economico ad integrazione del reddito delle famiglie quale misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale è subordinata, tra l’altro, ad una serie di requisiti reddituali e patrimoniali che cumulativamente ciascun nucleo familiare deve possedere al momento della presentazione della domanda e conservare per tutta la durata dell’erogazione del beneficio.

Tra i requisiti patrimoniali vi sono, tra gli altri, quelli di non possedere altri immobili, diversi dalla prima casa, di valore superiore a 30 mila euro, come definito ai fini ISEE; di non possedere liquidità o valori superiori a certe soglie, derivanti, tra l’altro, da vincite di gioco. Allo stesso tempo, ai fini del rilascio e mantenimento del contributo è fatto obbligo di comunicare ogni variazione del patrimonio, della condizione occupazionale e reddituale dei componenti il nucleo famigliare.

Partendo da tali prescrizioni, i Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia hanno passato al setaccio la posizione di numerosi nuclei famigliari riuscendo a rilevare che alcuni di questi avevano indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza perché, a fronte di una situazione patrimoniale e reddituale di sostanziale indigenza denunciata in sede di domanda del contributo:
– in 4 avevano riscosso vincite derivanti da giochi on line nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019 per circa 430 mila euro, omettendone la comunicazione;
– in 6 avevano omesso di denunciare proprietà immobiliari o mobiliari;
– in 7 avevano omesso di indicare i redditi di lavoro autonomo/dipendente percepiti ovvero le variazioni reddituali intervenute dopo la percezione del sostegno economico.

E poi c’è il caso particolare di un nucleo familiare, con unica residenza, composto da 7 persone con quattro cognomi diversi che dopo aver ricevuto un primo Reddito di Cittadinanza è riuscito fraudolentemente ad ottenerne un secondo presentando una nuova domanda ma a nome di altro membro della stessa famiglia, dichiarando il falso sia sulla composizione del nucleo sia sul patrimonio mobiliare posseduto.

Tutte le posizioni illecite emerse nelle indagini sono state segnalate all’INPS per la revoca e il recupero del beneficio economico non dovuto, nonché denunciate alla Procura della Repubblica di Foggia, che coordina le indagini per accertare le responsabilità di chi ha fornito dichiarazioni false e omesso informazioni all’ente erogatore.

L’importo complessivo delle somme indebitamente erogate dall’INPS, e di cui è stato proposto il recupero, ammonta ad oltre 171 mila euro.

Le pene previste per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza sono la reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni dovute e da 1 a 3 anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito, del patrimonio nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o revoca del beneficio.

I risultati riportati manifestano l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’attività istituzionale del Corpo e l’attenzione particolare a contrastare fenomeni che, attraverso l’accesso a benefici assistenziali da parte di chi non ne ha titolo, generano un danno immediato per la casse pubbliche distraendo risorse che potrebbero essere impiegate a favore di coloro che ne hanno realmente necessità.